Il Sambucus ebulus L. (Sambuco lebbio o Ebbio) è una delle tre specie del genere Sambucus presenti in Italia, l’unica erbacea perenne. Le altre due, Sambucus nigra e Sambucus racemosa sono infatti arboree. Appartiene alla famiglia delle Adoxaceae. La pianta viene classificata secondo due forme biologiche: G rhiz – Geofite rizomatose (piante dotate di rizoma) e H scap – Emicriptofite scapose (piante perennanti per mezzo di gemme al livello del terreno e con asse fiorale allungato). L’Ebbio è dotato di fusto erbaceo, rigido, solcato, con midollo bianco e altezza da 50 cm a 2 m. Le foglie sono opposte, grandi e dotate di 5-9 segmenti lanceolati con margine seghettato. La colorazione è verde scuro nella pagina superiore e più chiara nella pagina inferiore (anche pubescenza). Sono inoltre presenti stipole persistenti fogliacee. I fiori bianco-rosati, molto piccoli e numerosi, sono riuniti in corimbi di 5-16 cm. Sono attinomorfi e pentameri, dotati di 5 sepali triangolari corti e 5 stami caratterizzati da antere violette. Il frutto è una piccola drupa globosa, lucida, contenente 3-4 semi. Tutta la pianta ha odore molto sgradevole, mentre le ombrelle fiorite hanno un delicato odore di mandorle amare.
Presente in tutta Italia (tranne Valle d’Aosta), è molto comune in incolti, fossi e sentieri umidi. Preferisce substrati argilloso-calcarei, da 0 a 1300 m s.l.m.
I principi attivi contenuti nel Sambucus ebulus sono molto più intensi rispetto a quelli del Sambuco nero (S.nigra), per questo tutta la pianta va utilizzata con molta attenzione. I principali costituenti sono : olio essenziale, principio amaro, glucidi, tannini, acidi e pigmenti antociani. Le parti che vengono principalmente raccolte e utilizzate sono le radici fresche o essiccate, i fiori e le foglie essiccate. L’Ebbio, come indica F.Tammaro in Flora officinale d’Abruzzo, ha proprietà diuretiche, coleretiche (produzione di bile), lassative, diaforetiche (sudore). Inoltre ha applicazioni in caso di contusione, distorsione e edema ( Reader’s Digest, 1979).
Le bacche non vanno assolutamente consumate ne usate in alcun modo perché tossiche.
In generale, tutta la pianta, usata in dosi forti e a lungo, può causare avvelenamento. Nella tradizione popolare, il succo rosso che si ricavava dalle bacche, veniva utilizzato come tintura (citata persino da Virgilio). Nella cultura abruzzese, il Sambucus ebulus veniva utilizzati per diversi scopi, indicati da F.Tammaro: il succo ottenuto da schiacciamento di radici e foglie veniva adoperato come antireumatico e analgesico locale. Il succo dell’intera pianta era applicato sulle ferite, mentre il decotto trovava impiego nel trattamento dell’eccessiva sudorazione dei piedi. Per questo motivo era usanza portare un pezzetto di foglia o fiori freschi nelle scarpe, a contatto con i piedi, per prevenire le scorticature in caso di intensa attività.
ATTENZIONE: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi officinali sono riportati per puro scopo informativo, pertanto declino ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, alimentare o estetico.
Bibliografia e sitografia:
PIGNATTI S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
TAMMARO F., 1984. Flora Officinale d’Abruzzo, Regione Abruzzo, a cura del Centro Servizi Culturali-Chieti.
Selezione del READER’S DIGEST, 1979. Segreti e virtù delle piante medicinali, edito da Selezione Reader’s Digest , Milano
Giuliano Salvai, 2008 – “Sambucus ebulus L. – Sambuco lebbio”. In Acta Plantarum, Forum. Disponibile on line (data di consultazione: 26/09/2016): http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?f=95&t=7102
Una risposta a “Ebbio: usi tradizionali di un’essenza comune”
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