La Saponaria: un antico detergente

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La Saponaria comune (Saponaria officinalis L.) appartiene alla famiglia delle Caryophyllaceae. Si tratta di una pianta molto rustica, coltivata un tempo nei giardini mediterranei e diffusa successivamente in tutta l’Europa temperata. È comunemente diffusa in tutta Italia fino a 1000 m s.l.m. e vegeta in ambienti con terreni freschi e umidi, spesso nei luoghi erbosi lungo i fiumi o in prati, zone ruderali e margini stradali ed in generale in tutte le zone antropizzate.La sua forma biologica è H scap – Emicriptofite scapose, ovvero piante erbacee con gemme svernanti poste al livello del suolo e con asse fiorale eretto. Alta dai 30 ai 60 cm, presenta fusti eretti, cilindrici, rigonfi ai nodi e robusti (a volte legnosi alla base). Le foglie sono opposte, ovali, lanceolate, brevemente picciolate alla base e sessili nella parte superiore del caule. Inoltre sono generalmente glabre e presentano 3-5 nervature. I fiori pentameri (5 petali) hanno una colorazione rosa, variabile in intensità a seconda se la fioritura avviene al sole o all’ombra (colorazione rosa pallida). Sono riuniti in cime folte portate all’apice e presentano calice a tubo. I frutti sono capsule oblunghe contenenti numerosi semi bruni reniformi.

La Saponaria deve il suo nome proprio all’utilizzo come sapone nell’antichità : nel mese di Ottobre, la raccolta dei rizomi della pianta ormai appassita permetteva la preparazione di decotti usati per sgrassare la lana e lavare altri tessuti (Reader’s digest, 1979). La Saponaria viene considerata officinale per il suo contenuto di saponine e resine. Si preparano con rizomi e radici dei decotti ad azione espettorante, diuretica e depurativa  (Tammaro, 1984). Lo stesso F.Tammaro riporta in Flora officinale d’Abruzzo alcuni usi tipici regionali : oltre alla preparazione di soluzioni saponose per uso domestico, le radici di Saponaria trovavano impiego nelle frizionature per calmare il prurito causato da dermatosi. Inoltre il decotto veniva bevuto mattina e sera lontano dai pasti, nell’artrite deformante. Le estremità fiorite invece, venivano sfregate tra le mani bagnate come detergente.


ATTENZIONE: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi officinali sono riportati per puro scopo informativo, pertanto declino ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, alimentare o estetico. 


Bibliografia e sitografia:

PIGNATTI S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna

CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

TAMMARO F., 1984. Flora Officinale d’Abruzzo, Regione Abruzzo, a cura del Centro Servizi Culturali-Chieti.

Selezione del READER’S DIGEST, 1979. Segreti e virtù delle piante medicinali, edito da Selezione Reader’s Digest , Milano

Marinella Zepigi, 2008 – “Saponaria officinalis L. – Saponaria comune”. In Acta Plantarum, Forum. Disponibile on line (data di consultazione: 10/09/2016): http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?f=95&t=8232